Cairns, tra foresta pluviale e Grande Barriera Corallina

In questo nostro primo viaggio in Australia, abbiamo inserito una tappa in Queensland, desiderosi di esplorare la Grande Barriera Corallina. Per farlo, la soluzione più comoda era volare ed alloggiare nella cittadina di Cairns. Cairns non ha nulla di particolare da vedere, è la tipica città di mare, piena di ristorantini e locali, negozi di surf, e movida turistica. In effetti è stata la città dove forse abbiamo trovato più turisti in assoluto, incredibilmente! Vi consiglio di alloggiare sulla Esplanade, perché è qui che si trova tutto: lungomare, ristoranti, negozi. Inoltre si arriva bene al molo da cui partono le barche per la Barriera, in circa 15 minuti di camminata.

Spiaggia di Cairns

Il lungomare di Cairns è molto carino in termini di “arredamento” e sfarzosità, ma un po’ deludente a livello di bellezza del mare. La spiaggia è bruttina, l’acqua non è bellissima. Tuttavia, è tutto illuminato di sera, con mille luci, ed è molto vivo. Un surplus è che vicino al molo delle barche si trova una grossa piscina gratuita, affacciata sul mare. È stato un vero peccato non aver trovato temperature ottimali per il bagno, perché invitava davvero. E anche qui, come mi è successo a Bondi, ho pensato a quanto sarebbe bello viverci, in un posto del genere. Sarà che amo il mare….

Sul lungomare ci sono una miriade di ristoranti tra cui scegliere per mangiare, dal cibo locale agli etnici. Una sera abbiamo mangiato al Night market, dove si trovano per lo più posti asiatici, è economico. Un’altra sera abbiamo mangiato al Raw Prawn Seafood, ed è stata una delle nostre migliori cene in Australia. Abbiamo mangiato barramundi e coccodrillo, e ostriche in tempura. La spesa è stata lievemente sopra alla media di tutti i pasti fatti finora, ma ne è valsa proprio la pena, perché la qualità era ottima. Ve lo consiglio.

Carne di coccodrillo

La Grande Barriera Corallina

L’escursione sulla Grande Barriera Corallina è la più famosa da fare a Cairns e quasi tutti vengono qui soltanto per quella. Ci sono miriadi di agenzie che la organizzano, in mille varianti. Ci sono barche a vela piccole con poche persone, barche grandi, barche con il fondo di vetro per vedere il fondale…Di solito l’escursione prevede di partire alla mattina presto, verso le 8, e ritornare verso le 17. Questo per quanto riguarda la stagione invernale almeno, per sfruttare tutte le ore di sole possibili. L’escursione prevede anche la colazione e il pranzo in barca, e di solito quasi tutte prevedono una sosta alla paradisiaca isola di Green Island. Noi abbiamo fatto l’escursione in barca a vela con l’agenzia Ocean Free and Freedom, con tutte le condizioni sopra citate. Siamo partiti di buon mattino, con una dolce colazione a base di brioche e di the e caffè caldi, e meno male, vista la temperatura mattutina non proprio caldissima.

Sarò onesta, e non scriverò papiri incoraggianti su quanto sia caldo a Cairns sempre e comunque, di quanto splenda il sole,  di quanto sia sempre periodo per la vita di mare qui. Avevo letto soltanto cose di questo genere e non sono state vere. Perciò io scriverò la verità perché mi sento in dovere. A Cairns ci sono due stagioni, una estiva, caldissima e piovosissima, e l’altra, quella beccata da noi, invernale e fresca. Con fresca, intendo fresca. La vita da mare in agosto non è un granché, perché non fa caldo a sufficienza e per giunta l’acqua del pacifico è gelida. Non aspettatevi di fare vita di mare sotto il sole e in acqua a Cairns in agosto, e siate sempre pronti ad accogliere la pioggia, perché ve ne renderete conto se ci andrete, il Queensland è umidissimo e verdissimo, perciò sempre soggetto a piogge. L’opposto del Red Centre insomma.

Noi abbiamo avuto una sfortuna immensa, perché oltre al fresco di agosto abbiamo beccato anche una giornata tremendamente nuvolosa che ci ha fatto percepire altri 10 gradi buoni in meno. Aggiungeteci che in pieno oceano c’è un vento pauroso, e il gioco è fatto. Arrivati sul reef, nel punto dove ci si tuffa dalla barca per fare snorkeling sulla Barriera, volevo piangere. Era un freddo assurdo, e vi giuro che non so dove ho trovato il coraggio di buttarmi in acqua. Sarà che in viaggio tutto è possibile, acquisti un coraggio che mai avresti nella vita quotidiana. Sarà che ci capiti una volta nella vita, sulla Grande barriera Corallina. Fatto sta che ci siamo buttati in quest’acqua gelida e ne è valsa la pena. La muta aiuta molto, davvero. Le agenzie forniscono tutte muta, maschera e pinne, incluse nel prezzo. Un lato positivo di andarci in agosto, stagione fredda, c’è: niente meduse killer, acqua troppo fredda!

Ma come è questa barriera corallina, dichiarata ormai morta da tutti? Diciamo che la giornata grigia non ha aiutato, ma non è una barriera colorata. Il corallo spugnoso grigiastro sta prevalendo sul corallo duro colorato, e sta popolando lui da solo tutto il Reef. Gli esperti di ocean freedom ci hanno spiegato che la barriera non è morta, soltanto mutata, cosa naturale negli anni. Anzi, ci hanno detto che quest’anno il corallo è sanissimo, come non era da diversi anni, grazie al meteo favorevole (piovoso e fresco). Ci hanno detto che il corallo è un organismo molto più resistente di ciò che sembra, infatti riesce a crescere ovunque. Io non sono un’esperta, non so se sia la verità ciò che dicono, ma lo spero vivamente. In ogni caso, non fatevi ingannare da ciò che cercano di vendervi, e cioè snorkeling in mezzo ai coralli multicolore, perché la barriera che vedrete con lo snorkeling non è così. Tuttavia vedrete dei bellissimi pesci grossi, di vari colori, per niente intimoriti dall’uomo, anzi socievoli, e se siete fortunati anche qualche tartaruga. Inoltre, noi abbiamo anche incontrato una balena mentre ci avvicinavamo in barca al Reef, che io e Roberto non abbiamo visto perché per l’appunto eravamo sotto coperta, ma lo sappiamo dalle grida dei compagni. Peccato per noi, però voi sappiate che è possibile avvistarle.

Dopo lo snorkeling ci siamo riscaldati con bevande calde e abbiamo pranzato. Dopo pranzo arriva il momento di fare l’escursione in autonomia a Green Island. Con una piccola imbarcazione ci portano lì e possiamo. Rimanerci per circa due ore. L’isola è una tipica isoletta paradisiaca in mezzo all’oceano, con ben poco da fare, se non vita da spiaggia. C’è un mega resort, qualche ristorante, e un rettilario con un coccodrillo gigante, che non avevamo tempo di vedere. Purtroppo abbiamo beccato un violento acquazzone che ci ha un po’ rovinato il morale, ma finito quello abbiamo passeggiato in lungo e in largo per tutta l’isola. C’è una grossa e fitta vegetazione pluviale che la ricopre, infatti come tutta la regione, è molto piovosa. Il mare ha dei colori veramente belli, però per il resto non è un’isola così entusiasmante, diciamo che più di mezza giornata non ce la passerei. Magari in estate col caldo afoso te la godi di più. L’acqua comunque è tiepida, più piacevole che nel Reef. Dopo Green Island, verso le 15 e qualcosa di solito le barche ripartono per Cairns.

Se siete amanti del mare non potete perdervi un’escursione in uno dei più importanti ecosistemi marini del mondo. È un’esperienza magnifica. Se volete vedere il nostro video di snorkeling nel Reef, lo trovate sul nostro canale youtube: https://youtu.be/0gGh66LkIQE

La foresta pluviale di Kuranda

Un’altra classica escursione da fare a Cairns è alla foresta pluviale. Io consiglio quella di Kuranda, perché potrete abbinarci la visita del parco di Kuranda e starete a stretto contatto coi più begli animali australiani. È stata una delle parti più belle dell’intero viaggio down under. Attenzione a come vi organizzate, questa escursione si può fare in autonomia o guidata, ma i prezzi cambiano. Dipende da ciò che vi interessa, a Kuranda ci si può arrivare da Cairns semplicemente in treno, oppure in skyway. La ferrovia di Kuranda è ferrovia scenografica famosissima in Australia. Non so quanto costino i biglietti singoli, ma il biglietto unico per usare sia skyway che Scenic railway è davvero caro. Noi ci siamo affidati ad un operatore, global travel services, che ci ha fornito soltanto i biglietti per railway, skyway, parco dei koala, gita in barca sul Barron river, pranzo al Kuranda hotel, e ci ha portati lui alla stazione della skyway. Abbiamo speso davvero poco e ci è convenuto piuttosto che fare da soli perché il nostro pacchetto aveva incluse tutte queste cose. Non è però un tour guidato, nel senso che effettuano drop off alla stazione e ti tornano a prendere sempre alla stazione alla fine del tour per riportarti in hotel. È tutto in autonomia. Io lo consiglio molto, ci siamo trovati benissimo ed eravamo da soli quindi ci siamo potuti prendere i nostri tempi come ci pareva.

La foresta pluviale

Acquistando il biglietto combinato, si può scegliere se usare lo skyway all’andata e il treno al ritorno o viceversa. Noi abbiamo fatto così. Con lo skyway ci vuole una mezz’ora per arrivare a Kuranda, ma si può scendere a metà strada per vedere le cascate di Barron e proseguire a piedi per Kuranda in un sentiero in mezzo alla vegetazione. Noi pensavamo di metterci troppo quindi siamo rimasti a bordo e siamo scesi direttamente a Kuranda. Dalla stazione dello skyway si può andare al parco degli animali con navette gratuite.

Skyway con visuale sulle cascate Barron

La nostra prima tappa è stato il Koala garden, un parco dove i protagonisti sono i koala ma ci sono anche coccodrilli, canguri, wallaby e tanto altro. Dico che i protagonisti sono i koala perché qui puoi coccolarli e tenerli in braccio, un’esperienza veramente unica al mondo. Gli animali sono quasi tutti liberi e nel loro habitat naturale, cosa essenziale e che ho apprezzato molto.

Dopo il Koala garden, abbiamo deciso di pagare di nostra tasca a parte il biglietto per il bird world, santuario degli uccelli, e abbiamo fatto benissimo perché è stato stupendo. Ci sono mille varietà di uccelli e pappagalli, tutti liberi di svolazzare, tutti molto socievoli e anche birichini, bisogna stare attenti ai gioielli e alle cerniere degli zaini perché rosicchiano tutte le cose dure. Ci siamo divertiti un sacco.

A parte i parchi degli animali, Kuranda è un piccolo villaggio pieno di localini e negozietti, per vederli tutti non basterebbe una giornata. Noi avevamo il pranzo incluso al Kuranda hotel, ma troverete tantissimi posti dove mangiare. Dopo pranzo facciamo l’escursione in barca sul fiume Barron. Dura un’oretta, ed è molto carina come esperienza perché ci permette di vedere e nutrire diversi pesci e tartarughe, e di vedere da vicino dei coccodrilli.

L’esperienza nella foresta pluviale si conclude ritornando a Cairns tramite la Kuranda Scenic railway, un viaggio in treno della durata di due ore attraverso una ferrovia scenografica in mezzo alla foresta.

Come avrete capito dalla lettura di questo articolo, il Queensland ci ha regalato grandi emozioni, e ritorneremo assolutamente per vedere molte altre meraviglie. È assolutamente una parte di Australia da inserire nell’itinerario!

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